la nostalgia è esotica, la memoria è postesotica
la nostalgia è stata una spinta molto forte, un'emozione che ci ha orientate a prendere coscienza di quello che era perduto e che avremmo continuato a perdere puntando a nord o a ovest.
nel senso comune la nostalgia è la malattia del ritorno, un'attrazione in sé paradossale: è la tensione a tornare in un luogo nel quale, in ogni caso, non si riesce a sostare né ad immaginare parti della propria vita. la nostalgia alimenta i ritorni “turistici” o “di dovere” e si fonda sull'idea di essere andate inesorabilmente avanti.
avanti significa anche dimenticare: la nostalgia è un ricordo a metà, quando ti serve dimenticare ti permette di farlo.
la memoria è costante, ci serve ovunque ci spostiamo.
in questo senso si potrebbe dire che la nostalgia è esotica, la memoria è postesotica.
da quando siamo tornate
a sud e est, e a tutte le nostre storie, la nostalgia non ha avuto più
un ruolo così importante. abbiamo memoria, e non più solo nostalgia,
delle nostre origini.
i quaderni dei timbri li ho fatti tutte le volte che io o qualcuno intorno a me sentiva il bisogno di esercitare la memoria.
c'è sempre il rischio di dimenticare.
alcune parole non sono solo parole, sono frutta, cose, gesti, modi di amare.
i quaderni dei timbri li ho fatti tutte le volte che io o qualcuno intorno a me sentiva il bisogno di esercitare la memoria.
c'è sempre il rischio di dimenticare.
alcune parole non sono solo parole, sono frutta, cose, gesti, modi di amare.